mercoledì 28 dicembre 2016

Cinque anelli d'oro

(27 e 28 dicembre)

... una pernice in un pero
due tortore
tre galline francesi
quattro uccelli che richiamano
cinque anelli d’oro
sei oche che covano
sette cigni che nuotano
otto fanciulle che mungono
nove signore che danzano
dieci signori che saltano
undici pifferai che suonano
dodici tamburini che battono il tamburo...

(Filastrocca inglese dedicata alle dodici notti - o ai dodici giorni di Natale - pubblicata per la prima volta nel 1780, sul libro Gioie innocenti. Si ringrazia, per la citazione integrale e per l'interessante articolo ad essa dedicato, il blog Racconti dal passato.)

Ricordarsi di non rifare gli errori del passato.
Siamo nella fase in cui l'Amore deve prevalere sugli egoismi individuali. Dobbiamo superare i nostri "piccoli desideri" e metterci al servizio degli altri. Solo in questo modo sarà possibile scacciare ogni negatività dalla nostra anima, preparandola in tal modo alle "notti di battaglia".
Il Quattro è il numero della Terra e, per i pitagorici, rappresentava la Giustizia. Il Cinque, invece, era per gli alchimisti il numero della Quintessenza, che rappresentava l'unione dei cinque elementi (acqua, aria, terra, fuoco ed etere) e, dunque, la congiunzione realizzata di materia e spirito. (Così come gli uccelli sono da sempre animali psicopompi.)
Immagine da Pinterest
Si tratta quindi di affondare bene e il più possibile le nostre radici nel terreno - non solo per prepararci all'urto successivo, ma anche per avere la lucidità necessaria per distinguere il Bene dal Male, l'Egoismo dall'Altruismo, la Chiusura rispetto all'Apertura. Il mondo non ruota solo intorno alle nostre volontà concrete ed immediate e alle nostre passioni: ciascuno di noi è immerso in un "tutto", che è divino e che ci circonda sempre - anche quando non ne abbiamo la percezione. La chiave per immergerci in questo unicum è l'Amore.
Non bisogna strepitare, in questa fase. Non bisogna alimentare pensieri negativi, perché ciò sarebbe rischioso e ci metterebbe poi a dura prova per tutto il resto dell'anno. Come ho già scritto, questo è il periodo del silenzio.
Per questi giorni,voglio citare il mio caro Gerald Jampolosky, il cui Amare è lasciare andare la paura è stato illuminante:
«Tutto ciò che do, è dato a me stesso. [...] Quando diamo agli altri incondizionatamente, senza aspettative di riavere nulla in cambio, l'Amore dentro di noi aumenta, si espande e si unisce. In questo modo, dando il nostro Amore, aumentiamo l'Amore che è in noi e tutti si arricchiscono. [...] Non è carità da parte mia offrire perdono e Amore agli altri invece di attaccarli. Piuttosto, è il solo modo che mi permette di accettare l'Amore verso me stesso.» (P. 9)

Nessun commento:

Posta un commento

Weyward

Tre generazioni di donne, le Weyward, che, dal XVII secolo ad oggi, sono unite da un unico misterioso destino. Il romanzo d'esordio dell...